Ravezzani: «Juve, non ripartirei da Allegri» - ESCLUSIVA
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Ravezzani: «Brutta figura della giustizia sportiva. Non ripartirei da Allegri» – ESCLUSIVA

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Ravezzani in ESCLUSIVA: «Brutta figura della giustizia sportiva. Non ripartirei da Allegri». Le sue dichiarazioni sulla Juventus

Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia, è intervenuto in esclusiva a Juventusnews24.com. Le dichiarazioni del giornalista sui principali temi del momento in casa bianconera.

Come giudica la nuova penalizzazione inflitta alla Juventus e l’intera vicenda che ha travolto il club a campionato in corso?
«I dieci punti sono stati una sentenza ponzio pilatesca per cercare di salvare capra e cavoli. C’è la brutta figura della giustizia sportiva e l’insensatezza della prima sentenza, il -15, e il tentativo di dare una parvenza di coerenza alla sentenza finale. È un brutto spettacolo per la giustizia sportiva, la Juve paga in misura abnorme rispetto ad altri club che sono ricorsi negli anni alla stessa tecnica contabile».

L’ultimo a parlarne è stato Mourinho: anche lei ritiene il campionato “falsato”?
«Sì, però viene citato solo da quelli che perdono. Chi vince il campionato o chi è in zona Champions non parla di campionato falsato. Mourinho e a volte anche Allegri, lo ha fatto una volta anche Inzaghi, utilizzano l’argomento solo a proprio uso e consumo. Se perdono il campionato falsato. Certo non ha contribuito a renderlo più regolare ma credo che certe sconfitte siano maturare indipendentemente dalla giustizia sportiva».

Come si spiega il crollo di Empoli? Le maggiori responsabilità sono di Allegri?
«Paradossalmente ci sarebbe dovuto essere un effetto positivo dopo la sentenza. Allegri si è trovato con la squadra a dire se vinciamo stasera possiamo andare in Champions League, cosa che nessuno sperava. Questo forse ha fatto sbilanciare la squadra, ma le responsabilità sono di Allegri sicuramente. Se tu perdi contro una squadra più debole di te evidentemente lo stratega ha sbagliato qualcosa».

Lei ripartirebbe dall’attuale guida tecnica per la prossima stagione?
«Per la prossima stagione non ripartirei con la stessa guida tecnica. Io ho stima di Allegri ma mi sembra più un allenatore per una squadra matura che deve continuare a vincere rispetto ad una che deve ripartire con un progetto diverso».

Negli ultimi giorni, però, impazzano i rumors su addio e possibili sostituti. Si sente di fare un nome che sarebbe in grado di rilanciare la Juve?
«Non è facile, certamente bisogna capire che tipo di squadra dovrà allenare e che obiettivi ci saranno. Io credo che uno degli slogan peggiori per la Juventus sia quello bonipertiano “vincere è l’unica cosa che conta”. In realtà a volta conta anche crescere, non solo vincere. Negli ultimi due anni sono stati bruciati un sacco di soldi senza ottenere risultati. Il nome potrebbe essere Palladino, potrebbe essere Tudor. Io credo che Tudor per esperienza, se fosse raggiungibile ad una cifra ragionevole, possa essere la soluzione migliore».

Giuntoli, invece, è l’uomo giusto per guidare la nuova dirigenza?
«Giuntoli è sicuramente bravissimo ma dipende dagli umori di De Laurentiis. Abbiamo imparato da tempo che non dice mai né sì né no, poi all’ultimo momento dice di no e tu sei nei guai. Quindi credo che la Juventus per avere Giuntoli dovrà rimborsare il Napoli in qualche modo. I giorni passano e siamo già nei giorni di mercato, bisognerebbe essere molto più veloci».

Questo Vlahovic è sacrificabile sul mercato?
«Questo Vlahovic è assolutamente sacrificabile sul mercato. Nella Juventus ha fatto vedere il peggio di sé rispetto alla Fiorentina, non so se sia una questione transitoria o se sia stata un po’ una meteora sopravvalutata da tutti, me compreso. Io comunque penso che non abbia alcun senso partire in una nuova stagione con un calciatore che non ha mai fatto la differenza e costa quanto un calciatore che deve fare la differenza»

Infine, Rabiot e Di Maria potrebbero essere i primi a salutare a parametro zero. Si aspetta una Juve ridimensionata la prossima stagione?
«Sì, mi aspetto una Juve ridimensionata ma con un progetto diverso e più sostenibile. Mi aspetto una Juve che possa ritornare al vertice, ma che non abbia quella fretta ossessiva di vincere tutto e subito che l’ha portata negli ultimi tre anni nel baratro».

Si ringrazia Fabio Ravezzani per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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