Rubinho: «Pogba? Torna la mentalità Juve. Dybala e Max...» - ESCLUSIVA
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Rubinho: «Con Pogba torna la mentalità da Juve. Dybala e Allegri…» – ESCLUSIVA

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Rubinho, ex portiere bianconero, ha analizzato alcuni temi di attualità ai nostri microfoni. Dal ritorno di Pogba ad Allegri: le sue parole

La stagione della Juve, nel fine settimana appena trascorso, si è ufficialmente conclusa. I bianconeri hanno chiuso a quota 70 punti in campionato, senza trofei per la prima volta dopo undici anni. L’obiettivo dichiarato per la prossima stagione, ovviamente, è quello di tornare a vincere. Per farlo, bisognerà sicuramente agire sul mercato, dove la società è attiva su entrambi i fronti: dal ritorno di Pogba, agli addii di Chiellini e Dybala… Tutte scelte che, in esclusiva per Juventusnews24, ha commentato l’ex portiere brasiliano Rubinho.

Come giudichi la stagione della Juve che si è appena conclusa?

«Dopo dieci/undici anni è stata la prima volta in cui non ha alzato un trofeo. E’ stata una stagione atipica, non normale, ma credo di preparazione per un altro decennio di successi. Per me non è stato un fallimento. Un fallimento è quando una squadra retrocede, non quando termina al quarto posto perchè va comunque in Champions. In Europa ci sono molte squadre che falliscono simili obiettivi, la Juve invece ha fatto centro. Chiaro che per molti gli obiettivi a inizio anno dovevano essere altri, tipo giocare per lo scudetto, ma sono convinto che il prossimo anno i bianconeri faranno un grande campionato».

Tu che conosci bene Allegri, è il tecnico sul quale ricostruire un ciclo per i prossimi anni?

«Chiaro. Lui è un allenatore vincente, dovunque è andato lo ha dimostrato. E’ un tecnico più che esperto che sa quello che fa e la figura giusta per guidare la Juve nei prossimi anni. La squadra, prima del suo ritorno, ha avuto a che fare con due allenatori e mentalità diverse, i giocatori sono entrati inevitabilmente in confusione con questi modi di giocare. Poi è arrivato un mister che sa quello che vuole e di cui ha bisogno, ma che per prima cosa ha dovuto riadattare i giocatori, facendoli tornare a pensare nel vecchio modo. Max ha pagato questo, ma è la figura giusta da cui ripartire per i prossimi anni».

Tra i possibili volti “nuovi” c’è anche Paul Pogba. Colpo giusto da parte della Juve riprenderlo o avresti puntato su altri profili?

«Se torna davvero è un grandissimo colpo, Paul è un grandissimo giocatore. Lo ha dimostrato alla Juve di essere una figura importante, nel momento del bisogno lui c’è sempre stato. A Manchester ha dato il meglio di se solo a tratti, ma non ha smesso di essere un top player. Se torna è per fare bene».

Secondo te cosa non ha funzionato nella sua esperienza allo United? Ti aspettavi avrebbe raggiunto livelli ancora più alti?

«Purtroppo Paul ha pagato i momenti difficili e i tanti cambiamenti dello United, una squadra che per un lungo periodo aveva campioni e giocatori importanti in tutti i reparti della rosa. Quando lui è tornato, però, non si è trovato quella grande squadra di una volta, anzi, ancora prima facevano fatica. Io ripeto, secondo me è un grandissimo giocatore ma deve avere alle spalle tanti compagni di livello perchè da solo non fa miracoli. Altri, nella sua situazione, avrebbero faticato come è successo a lui».

Allegri è l’allenatore con cui può avvenire il rilancio? Com’era il rapporto tra di loro?

«Con Allegri tutti i giocatori, almeno quando c’ero io, sono sempre stati trattati alla stessa maniera. Chi giocava e si allenava bene allora giocava sempre. Con Paul è stato così, lui si allenava ad alti livelli e giocava bene. Con lui ritornerebbe finalmente la mentalità giusta, quella vincente di un tempo perchè è disponibile a fare bene e si, Allegri è il tecnico ideale per lui».

Per i giocatori che arrivano ci sono anche quelli che partono. Corretta, a tuo parere, la decisione della Juve si lasciar andare Dybala? Anche da lui ti aspettavi qualcosa in più?

«Secondo me nessuno si aspettava che la Juve facesse questa scelta, ma è stata comprensibile perchè dopo l’arrivo di Vlahovic si è fatta una scelta. Il serbo è più giovane e ha maggiori prospettive di fare bene. Purtroppo, o per fortuna, le cose cambiano nel calcio. Paulo ora deve trovarsi un’altra squadra ma sono certo che sarà una squadra di alto livello e lui tornerà a fare bene come un tempo. Quando non era condizionato dagli infortuni ha sempre dato tanto alla causa, poi purtroppo nelle ultime stagioni ha pagato qualche problema muscolare di troppo».

Come sostituirlo?

«Ci sono tantissimi nomi su cui la Kuve può puntare e sicuramente ne hanno già uno in canna. Nei prossimi giorni la Juve potrà dire chi lo sostituisce, ma non sarà una scelta facile perchè Paulo ha dato tanto e rimpiazzare un giocatore del genere dopo sette stagioni è impresa difficile per tutti quanti».

Quanto peserà invece l’assenza di uno come Chiellini?

«Giorgio negli ultimi anni ha pagato gli infortuni come Dybala, ma è sempre stato presente nello spogliatoio. Una presenza così importante per i giovani è fondamentale e non avere uno così farà certamente impressione a chi arriverà. Pian piano sono andati tutti via, ora resta solo una colonna importantissima nella difesa della Juve. Quando c’erano lui, Barzagli, Chiello e Gigi avevamo una delle difese più importanti d’Europa. Ora Leo deve prendere in mano la situazione, essere il leader di riferimento costante come lo era Giorgio».

Che ricordi conservi del tuo periodo bianconero al loro fianco?

«Io ricordo partite difficili, importanti, in cui la difesa prendeva in mano la situazione. Pesavano di più le loro parole, i loro fatti e avere Gigi come capitano, i tre davanti e Pirlo a centrocampo a guidare i compagni rendeva difficile contrastare la Juve. Quando erano presenti loro non ce n’era per nessuno».

Parlando di calciatori brasiliani, sul piede di partenza c’è Arthur. Dove lo vedresti bene?

«Da quando è arrivato in Europa sta sempre male. Al Barcellona non giocava e alla Juve tantomeno. Ora deve trovare una sistemazione che gli consenta di giocare di più e di fare quello che sa fare per non perdere il posto in Nazionale. Deve puntare ad avere successo. Purtroppo ha deluso tutti quanti ovunque è andato, ora pensi a rilanciarsi in un ambiente che punta al 100% su di lui».

Chi invece rimarrà a Torino è Danilo. Può essere lui un punto di riferimento ideale, insieme al già citato Bonucci, per raccogliere l’eredità lasciata dai senatori?

«Danilo sicuramente è già una colonna, ha la stima di tutto l’ambiente, dalla società ai compagni di squadra. E’ uno molto serio, molto competente, dedito al suo lavoro e concentrato sul fare bene in ogni situazione. Normale che anche lui sarà un punto di riferimento importante per i giocatori che si aggiungeranno con il passare degli anni».

Si ringrazia Rubinho per la disponibilità e la cortesia dimostrate nel corso di questa intervista

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