Analisi tattica Juve Lecce: Douglas Costa svolta dopo i primi brutti 45'
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Analisi tattica Juve Lecce: Douglas Costa svolta dopo un brutto primo tempo

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Analisi tattica Juve-Lecce: dopo un primo tempo di grande difficoltà, Douglas Costa dà più imprevedibilità in avanti

(Di Jacopo Azzolini) – All’Allianz Stadium si affrontano JuventusLecce, In palio tre punti pesantissimi per la lotta Scudetto e quella salvezza. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.

Difficoltà nello sfondare a destra

Il primo tempo ha ricordato come oggi la Juve preferisce affrontare squadre coraggiose che pressano in avanti (come per esempio il Bologna) rispetto ai blocchi più bassi di Lecce e Napoli. Anche in superiorità numerica, i bianconeri nei primi 45′ hanno palesato enormi difficoltà nel perforare il 5-3-2 di Liverani, piuttosto ordinato nello scivolare orizzontalmente. La Juve ha concentrato il grosso del gioco sulla destra, sovraccaricando quel lato con Dybala e Bernardeschi abbastanza vicini tra di loro. La circolazione era però estremamente lenta, non riusciva a mandare fuori posizione i difensori avversari e c’erano evidenti lacune nel trovare la profondità.

Ogni tanto c’era qualche interessante inserimento di Bentancur alle spalle di Vera, ma l’uruguagio era spesso impreciso nei cross (con l’area a volte sguarnita). Anche Cuadrado ha dato poco, non ha quasi mai provato a puntare l’avversario per generare superiorità numerica. Complice l’espulsione di Lucioni, la gara è poi finita abbastanza presto, ma la prima frazione ci parla di una Juve che continua ad avere problemi quando affronta squadre passive in fase di non possesso.

I problemi sul lato di Matuidi

Oltre alla sterilità del primo tempo, la Juve ha manifestato alcuni problemi difensivi che sono una costante della stagione. Nelle intenzioni, si voleva fare un pressing molto offensivo. Nella pratica, il Lecce è riuscito a uscire con discreta brillantezza dal basso. I salentini hanno trovato Tachtstidis con facilità: le punte bianconere non schermavano bene e i centrocampisti non accorciavano. Spesso, il Lecce allargava a sinistra per poi tornare al centro: la Juve era lenta nello scivolare in fascia e non riusciva a coprire la palla. Tachtsidis ha così avuto tanto tempo e spazio per ricevere e poi allargare poi il gioco a destra. Sul lato debole, Rispoli veniva trovato con facilità e in situazioni dinamiche, poteva sempre puntare l’avversario e fare risalire la squadra.

Insomma, la Juve ha faticato a coprire sia la palla che l’ampiezza, il Lecce faceva girare con velocità la sfera da una fascia all’altra, in particolar modo con cambi di campo verso destra. La Juve e Matuidi hanno sofferto soprattutto su quel lato, anche perché Falco si defilava e supportava Rispoli (così come Petriccione). Insomma, diversi buchi pericolosi a sinistra, con i bianconeri che continuano a patire molto i cambi di gioco.

Douglas Costa cambia la Juve

Anche se in una situazione particolare, ossia in superiorità numerica e contro un avversario passivo, nel secondo tempo Sarri ha rinunciato a uno dei suoi dogmi. Con l’ingresso di Douglas Costa per Rabiot, la Juve è rimasta con solo due centrocampisti sul terreno di gioco. Su possesso consolidato, i bianconeri si sono schierati con un 4-2-4 in cui Douglas Costa agiva a destra e Bernardeschi a sinistra. Questo scaglionamento ha dato molta più fluidità alla squadra, con il brasiliano entrato bene in partita. A destra, ha mostrato un’ottima intesa con Dybala e saltato tantissime volte l’uomo (7 dribbling per lui). A sinistra, il 4-2-4 ha invece aumentato la pericolosità di Matuidi: Bernardeschi si stringeva dentro al campo, con il francese che quindi si sovrapponeva in fascia. La Juve lo ha trovato con costanza sul lato debole.

Tuttavia, i binari favorevoli in cui si è messo il match non devono fare dimenticare le enormi difficoltà del primo tempo, in cui abbiamo visto una delle peggiori Juventus della stagione. Una squadra lenta sia nel fisico che nel pensiero e più volte messa in imbarazzo dal palleggio avversario. Sarri ha ancora molto da aggiustare.

 

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