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Bentancur e Matuidi VS Costa e Bernardeschi: questione di ambientamento

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Disparità di trattamento per i nuovi arrivati: i motivi delle scelte di Allegri sono dettati dalla necessità. Ma la panchina farà davvero bene a Douglas Costa e Bernardeschi?

C’è qualcosa che non quadra. La nuova Juventus di Massimiliano Allegri, per quanto i risultati siano molto positivi, fatica ancora ad assumere un’identità ben definita. Questione di moduli, questione di interpreti, questione di una chiarezza che, nella testa del tecnico livornese, forse non c’è ancora. In particolare c’è necessità di concentrarsi sugli ultimi arrivati in casa bianconera. Il famoso periodo di ambientamento, che Allegri riserva a tutti i nuovi acquisti, non si è visto per Matuidi e Bentancur. Sì per Douglas Costa e Bernardeschi. Ma qual è il motivo di tale disparità di trattamento? La situazione, così per come si configura attualmente, è per lo meno particolare.

NECESSITA’ – Va detto che le scelte, in questa prima parte di stagione, sono state un po’ forzate. Gli infortuni concomitanti di Marchisio e Khedira hanno creato una voragine di materia prima nella porzione centrale del campo. Max si è visto costretto a buttare subito dentro Matuidi, affiancandolo a Pjanic nel 4-2-3-1. Il francese ha risposto alla grandissima in un ruolo che, in carriera, ha ricoperto soltanto in Nazionale. Stesso discorso vale per Bentancur: il 20enne è, per caratteristiche, l’unica alternativa valida al bosniaco. Ed è così che l’ambientamento va a farsi benedire: questioni di forza maggiore.

CONCORRENZA – Discorso opposto per Douglas Costa e Bernardeschi. Lì Allegri ha la coperta bella lunga. Le due caselle dello scacchiere bianconero riservate agli esterni alti, sono occupate rispettivamente da Mario Mandzukic e Juan Cuadrado. Quei due lì difficilmente possono stare in panchina. Lo spessore tecnico ed economico dei due nuovi arrivati non è bastato a invertire le gerarchie. La sensazione forte è quella che difficilmente qualcosa possa cambiare prima di Natale.

MA SE NON ORA QUANDO? – Fin qui tutto fila liscio come l’olio, ma c’è un grosso problema di fondo. Sia Bernardeschi sia Costa sono due giocatori che, per entrare in condizione, hanno bisogno di giocare, tanto. Il Flash brasiliano, negli ultimi due anni al Bayern, non ha inciso perché utilizzato da Ancelotti col contagocce. Federico, la scorsa stagione, è esploso con la maglia viola soltanto quando Sousa gli ha concesso continuità di minutaggio. Parliamo di interpreti che hanno bisogno di sentire il campo con costanza, di provare la giocata, di entrare in ritmo partita, non di semplici pedine da posizionare in un disegno tattico, per giunta ancora poco chiaro.

CONFUSIONE – Con ogni probabilità Allegri non ha ancora deciso che cosa debbano fare ‘da grandi’ Douglas Costa e Bernardeschi. Non è chiaro quando, come e perché verranno utilizzati. Non è azzardato affermare che, in questo momento, i due esterni siano corpi estranei al progetto tecnico bianconero. Nè titolari né riserve: campioni confinati in panchina che, prima o poi, paleseranno più di un malumore. Si scriva periodo di ambientamento; si legga ‘non so ancora che farci’.

 

 

 

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