Cristiano Ronaldo: «Mi dicevano che ero finito. Voglio lasciarli di stucco»
Connettiti con noi

News

Cristiano Ronaldo: «Mi dicevano che ero finito. Voglio lasciarli di stucco»

Pubblicato

su

Cristiano Ronaldo ha rilasciato un’intervista parlando delle sue motivazioni, dell’adattamento alla Juve e del suo lato extra-calcistico

L’edizione odierna di Repubblica ha riportato l’intervista integrale, rilasciata da Cristiano Ronaldo lo scorso 3 maggio a El Pais. Di seguito riportate le dichiarazioni complete dell’attaccante della Juventus.

LE MOTIVAZIONI – «Non nego che a volte mi stanco perché sembra che ogni anno debba dimostrare di essere fortissimo. È difficile. Hai quello che hai anche per tenere in conto la pressione aggiuntiva di dover dimostrare qualcosa alla gente, non solo a te stesso. E alle persone che ti stanno intorno. Alla tua famiglia, a tua madre, a tuo figlio… “Cris, domani devi vincere”. Questo ti rende più attivo. Devi allenarti in continuazione, però arriva un momento in cui dici: senti, lasciami stare…Vedo il calcio come una missione: scendere in campo, vincere, migliorare. Quei momenti in cui giocavo pensando “farò un dribbling!” non li vivo più».

I GIUDIZI DELLA GENTE – «La gente ti giudica costantemente: ‘Ormai è finito. Ha 33, 34, 35 anni, dovrebbe smettere’. E tu vuoi lasciarli di stucco: sono ancora io. Non penso che credano sia un robot, però mi vedono come uno che non può mai avere un problema, non può mai essere triste. La gente identifica il successo, la spensieratezza, con i soldi: ‘Come può essere triste o avere una crisi Cristiano se è milionario’? . So che la gente sta con il fucile spianato in attesa che Cristiano sbagli un rigore o che fallisca in una partita decisiva. Ma fa parte della vita e devo essere preparato. E io sono preparato già da molti anni».

IL DURO LAVORO – «Quando sono andato a Madrid, ero il giocatore più caro della storia; a Manchester, dopo aver vinto il mio primo Pallone d’Oro a 23 anni, la gente pensava: ‘Questo ha raggiunto il massimo’. In un nuovo club sono me stesso, nient’altro. La mia etica lavorativa è sempre uguale. Se il proprietario di una ditta arriva e inizia a fare il gallo, la gente non lo vedrà come un leader. Dirà: “Questo è il mio capo, ma non mi tratta bene”. Devi essere umile, imparare che non sai tutto. Se sei intelligente, capti delle cose che ti fanno migliorare come atleta».

LA JUVE – «Nella Juve mi sono adattato perfettamente. Hanno visto che non sono un venditore di fumo. È Cristiano, ed è quello che è perché si cura. Una cosa è parlare, un’altra è fare. Perché ho vinto cinque Palloni d’Oro e cinque Champions?».

LA CLINICA PER CAPELLI – «È un problema vero. Lo hanno persone a me molto vicine. Serve per aiutare ad accrescere l’autostima delle persone, una signora prima mi ha detto: ‘Ma a te non cadono i capelli’. Per il momento no, ma un giorno o l’altro potrebbe succedere. Geneticamente, nella mia famiglia nessuno ha problemi di questo tipo, ma chissà. Lo stress, un’alimentazione sbagliata… Da un momento all’altro le cose possono cambiare, è come con i denti, per esempio. Nell’estetica devi essere sempre un passo avanti».

Copyright 2024 © riproduzione riservata Juventus News 24 – Registro Stampa Tribunale di Torino n. 45 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l P.I.11028660014 Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a Juventus Football Club S.p.A. I marchi Juventus e Juve sono di esclusiva proprietà di Juventus Football Club S.p.A.