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Francesco Margiotta, bianconero nel sangue

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Troppi stranieri in Italia? E i giovani italiani rispondono con la stessa moneta: espatriando in cerca di fortuna. O meglio, per mostrare il proprio talento. Un esempio? Francesco Margiotta

Francesco Margiotta è uno che da un anno e mezzo sta facendo vedere cose egregie nel campionato maggiore svizzero, con la maglia del Losanna. Classe 1993, torinese di nascita e bianconero nel sangue. Il minimo, dopo aver trascorso più della metà della propria vita nel vivaio della Juventus.

«Nel Settore Giovanile bianconero ho trascorso ben 13 anni – racconta Francesco, in esclusiva per JuventusNews24 -. Sono entrato nei Pulcini e sono arrivato fino alla Primavera. Un percorso lungo, in cui ho avuto molti allenatori. A tutti devo molto, ma in particolare a Stefano Guidoni che ai tempi degli Allievi mi cambiò di ruolo, da centrocampista davanti alla difesa ad attaccante. In pratica mi ha avvicinato alla porta per farmi cercare di più la via del gol.»

Tanti allenatori, ma anche molti compagni con cui condividere il cammino…
«In pratica, fin dal primo anno, ho sempre avuto al mio fianco Andrea Schiavone, Nicolò Corticchia e Gianluca Carfora. Insieme siamo cresciuti come calciatori e come ragazzi. Mi spiace che Carfora non abbia avuto le opportunità per mostrare le sue qualità. Invece non mi stupisce il percorso che ha fatto Leonardo Spinazzola, già ai tempi della Primavera aveva dimostrato di avere delle chance di fare bene tra i professionisti.»

Quali ricordi conservi di questa lunga esperienza nelle giovanili?
«La vittoria della Viareggio Cup del 2012 con Marco Baroni. Ma anche il percorso che ci ha portato alla Finale Scudetto Allievi Nazionali del 2010. In particolare la vittoria contro la Reggina, soprattutto perché ho segnato il mio primo gol dopo l’infortunio al ginocchio che mi aveva tenuto fuori parecchi mesi.»

Cosa hai imparato dall’esperienza nel vivaio della Juventus?
«La serietà, la cultura del lavoro e il rispetto delle regole. Non sempre ho trovato questi aspetti nelle altre società in cui sono stato. Anche qui in Svizzera, i giocatori non hanno tutti questa mentalità e la cura dei dettagli.»

A proposito di Svizzera, un’esperienza più che positiva finora!
«Sì, mi sto trovando bene. Quella del Losanna è stata una buona opportunità e sono felice di averla colta. Il campionato svizzero è buono ed è possibile mettersi in mostra. Purtroppo l’anno scorso mi sono fatto male al ginocchio durante la sosta invernale e ho saltato parecchie partite. Fortunatamente sono rientrato al meglio e in questa prima parte di stagione ho già segnato 8 gol. Il mio obiettivo è di raggiungere almeno quota 10 e aiutare la squadra a centrare i preliminari di Europa League. Il futuro? Qui sto bene, ma mi piacerebbe tornare in Italia, per dimostrare il mio valore anche nel mio paese!»

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