LAVAGNA TATTICA - La Juve non ha ancora l'intensità che vuole Pirlo
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LAVAGNA TATTICA – La Juve non ha ancora l’intensità che vuole Pirlo

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Pirlo vuole che la sua Juve recuperi in alto la palla. Fin qui, il pressing offensivo non sta però dando ancora grossi frutti

Fin dalla sua prima conferenza come allenatore della Juve, Pirlo ha sottolineato la volontà di fare un calcio di riaggressione, forse il principale pregio dei top club contemporanei. Secondo lui, la capacità di recuperare il pallone in avanti è un aspetto molto importante nel calcio di oggi: vuole che la sua squadra ragioni sempre per riconquistare il possesso non appena persa palla, con marcature preventive puntuali ed aggressive. Sono concetti che ha ribadito molto in quasi tutte le sue conferenze.

Fino a questo momento, la Juve sta però incontrando molte difficoltà nel pressing offensivo. La squadra è lunga e fiacca, con oltretutto i reparti slegati: non c’è coralità nei movimenti e non ci muove come un blocco unico. Anzi, ci sono ogni volta profondi buchi, con l’avversario che riesce a risalire con tanta facilità.

juve pirlo pressing

Un esempio nella slide sopra.

In molte partite, la Juve approccia con l’idea di recuperare il pallone in avanti, ma dopo tanti tentativi infruttuosi sceglie di cambiare il proprio atteggiamento, optando per un baricentro molto basso. E’ successo tante volte, come per esempio contro Verona e Lazio, in cui i bianconeri hanno difeso molto vicini alla propria area di rigore.

D’altronde, basti vedere l’indice PPDA, un dato che misura quanti passaggi una squadra concede in media prima di intraprendere un’azione difensiva volta al recupero palla. Tra le squadre di Serie A, la Juve è al decimo posto per l’indice PPDA più basso. Una statistica che dimostra come i bianconeri non facciano affatto un pressing continuo e feroce, ma anzi tendano ad aspettare l’avversario per ampie fasi del match.

Contro la Lazio, la Juve si è difesa molto in basso. La manovra della Lazio si arenava spesso in fascia, dove c’erano costanti raddoppi.

Al netto del blackout all’ultimo minuto, a Roma abbiamo visto finalmente una Juve più corta dietro, che si è difesa compatta e ha creato molto in ripartenza. Bonucci, che nelle gare precedenti aveva spesso sofferto e non era riuscito ad alzare la linea della retroguardia (con la Juve fragile nelle transizioni difensive), è parso più a suo agio in una difesa di posizione dal baricentro basso.

Considerando che la Juve ha tanti velocisti (Chiesa, Kulusevski, Morata e Ronaldo) in grado di fare la differenza sul lungo, sarà interessante vedere cosa farà Pirlo. Se modificherà l’altezza del pressing o se invece continuerà a provare un recupero avanzato del pallone, lavorando sulle transizioni difensive.

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