Dybala, dall'addio vicino ad un ruolo da protagonista nello scudetto
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Dybala, dall’addio vicino ad un ruolo da protagonista nello scudetto

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Paulo Dybala in estate sembrava ad un passo dall’addio. Oggi festeggia invece uno scudetto vinto da assoluto protagonista con la Juve

In fin dei conti cos’è l’arte se non emozionarsi davanti ad un’inventiva di un’artista? L’enciclopedia Treccani la definisce come “Qualsiasi forma di attività dell’uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva”, ed ancora “Qualsiasi complesso di tecniche e metodi concernenti una realizzazione autonoma o un’applicazione pratica nel campo dell’operare di una professione o di un mestiere”. Facendo riferimento al mondo del calcio si possono elencare molti artisti che, chi per una caratteristica e chi per un’altra, sanno far strabiliare gli occhi dei tifosi di tutto il mondo.

L’emblema dell’esteta puro non può che non essere Leo Messi per fantasia, destrezza, genialità, bellezza e quella capacità di lasciarti a bocca aperta in ogni partita. Quando si guarda una partita del Barcellona ci si aspetta sempre quel lampo di genio da parte del Diez, che ti lascia quella sensazione di stupore del tipo “questa cosa non l’ho mai vista da nessuna parte”. Da anni Messi è come LeBron James nella NBA, o Marc Marquez nella MotoGP, o il nuovo fenomeno della F1 Charles LeClerc: vedendoli non sai mai cosa aspettarti.

La Juventus è riuscita nell’impresa di conquistare il nono Scudetto consecutivo. Una striscia a dir poco leggendaria, ai limiti dell’immaginabile, proprio come la stagione vissuta da Paulo Dybala. E pensare che nulla lasciava presagire un’inversione di marcia rispetto alla difficile annata scorsa: le voci sul suo trasferimento, il passaggio saltato per sua volontà al Manchester United, la panchina a Parma ed il muso lungo nelle prime giornate di campionato.

Poi la luce a San Siro con quel sinistro che passa sotto le gambe di Skriniar e buca Handanovic per l’apoteosi bianconera contro l’Inter di Antonio Conte. Che notte, quella notte. E poi la doppietta più che fondamentale nel match che pareva stregato contro la Lokomotiv Mosca in Champions League, la rete di destro contro il Milan, la bordata su punizione con l’Atletico Madrid e molto molto altro che è quasi inutile stare a ricordare, fino ad un mese a questa parte.

La stagione che sta vivendo Dybala, numericamente parlando, non è la migliore della sua carriera per la voce delle realizzazioni ma grazie all’aiuto di Maurizio Sarri è riuscito a trovare quella cosa che gli è sempre mancato: la costanza. Il ritorno alle origini nella posizione di prima punta ha giovato sia a lui che ai suoi compagni, non a caso prima di questa stagione non era mai riuscito ad essere così decisivo, incisivo e determinante nella Juventus nel lungo periodo. Giocare più vicino all’area, dove si riducono spazi e tempi, gli garantisce la possibilità di saltare l’uomo con naturalezza e di fare giocate spesso decisive. Non è di certo un caso se la Joya è riuscita a sbloccare il risultato in stagione per ben 9 volte, dietro solo a Cristiano Ronaldo che lo ha fatto per 12.

Un altro aspetto piuttosto sottovalutato è il numero di assist regalati ai compagni: era dalla stagione 2014/15 (la prima in Serie A col Palermo) che l’argentino non andava in doppia cifra nelle assistenze, gli 11 di quest’annata rappresentano inequivocabilmente l’ulteriore salto di qualità fatto.

Tralasciando i dati ed i numeri, la stagione di Paulo può essere considerata come una forma d’arte. Quel suo sinistro è pura poesia in movimento, così come il modo in cui tocca e porta avanti il pallone o la facilità di effettuare un dribbling anche quando sembra impossibile. La capacità far emozionare che ha in Serie A nessuno la possiede, anche a livello europeo è dietro davvero a pochi. Concluso il discorso Scudetto, per la Juventus e Dybala se ne apre uno ancora più importante che deve portare almeno alle Final Eight della Champions League a Lisbona e poi sarà tempo di formalizzare il rinnovo del contratto per continuare a vincere trofei insieme.

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