Juve Primavera: ci pensa Citi. Aneddoto di Bonatti e quell'esultanza...
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Juve Primavera: ci pensa Citi. Aneddoto di Bonatti e un’esultanza che vale tanto

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La Juve Primavera è stata trascinata dal gol di Alessandro Citi contro il Genoa: l’aneddoto di Bonatti e quell’esultanza significativa

È il minuto 94, e Samuel Iling-Junior disegna una traiettoria da calcio d’angolo che pesca Alessandro Citi. L’epilogo lo sapete già: colpo di testa vincente e 2-1 all’ultimo respiro. Primo sigillo in bianconero del difensore classe 2003, arrivato quest’estate dal Milan. C’è voluta qualche partita per ambientarsi e amalgamarsi nello scacchiere di Bonatti: ha alternato spesso la titolarità con Muharemovic, Nzouango e Fiumanò, sfruttando però con un perfetto carpe diem le occasioni avute. E proprio il tecnico Bonatti, dopo la vittoria col Genoa, ha svelato questo aneddoto sul suo difensore:

«Ieri (venerdì ndr) Citi non ha fatto una gran rifinitura. Abbiamo avuto uno scambio di vedute particolarmente intenso. Più che uno scambio di vedute è stato un monologo da parte mia, cosa che non mi dispiace. Oggi la risposta è stata straordinaria. La stessa cosa era avvenuta prima dello Zenit con Iling e la risposta è stata straordinaria. Questo per me è gratificante perché vuol dire che ci sono contenuti relazionali importanti che sono la base per poi poter esprimere le proprie abilità, che sono indiscutibili».

Altro aspetto importante: l’esultanza. Citi è stato letteralmente travolto dai compagni: chi era in campo ma anche l’intera panchina, corsa sul terreno di gioco per chiudersi a guscio attorno a lui. È un segno di unione, di affiatamento, di purezza del gruppo. Quello che è riuscito a fare Bonatti e che riesce fare ogni anno si vede da questi gesti, che fanno la differenza e si riflettono poi in campo. Il déjà-vu riporta sia al gol nel finale di Strijdonck con la Sampdoria ma anche alla scorsa stagione, con l’intera panchina che esplose di gioia al gol del 4-0 di Cotter contro il Sassuolo. Gruppo da un’identità forte, un’impronta marcata, che fino all’ultimo è restio a mollare. Si vede da questi piccoli (grandi) gesti.

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