Sara Gama: «Con la gara allo Stadium, la Juve ha lanciato un messaggio»
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Sara Gama: «Con la gara allo Stadium, la Juve ha lanciato un messaggio»

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Dopo lo scudetto e la Coppa Italia vinti con la Juve, Sara Gama parla del calcio femminile: le parole del capitano delle Women

È stata una stagione speciale per la Juventus Women e per lei, il capitano bianconero, Sara Gama. Il difensore ha parlato ai microfoni de La Stampa dopo scudetto e Coppa Italia vinti in bianconero e alla vigilia del Mondiale femminile.

LA PREMIÈRE «La partita giocata allo Stadium tra Juve e Fiorentina che cosa ha spostato? Se fossi in un altro club e realizzassi che la Juve con questa scelta ha riportato famiglie negli stadi, ha dato un messaggio, imiterei. Imiteranno? È già successo. La Fiorentina è stato il primo club a pensare alle donne ma la Juve ha un altro impatto mediatico e ha sollevato un’onda. Ora l’Europa ci guarda. Non esistevamo e adesso la nazionale va ai Mondiali: facciamo sul serio».

CALCIO FEMMINILE«L’Italia a che punto è? Sulla via giusta. Oggi ci alleniamo da professioniste. Non lo siamo? Esiste una delibera in federazione che ci permetterebbe di esserlo, per applicarla bisogna preparare il terreno. Siamo come una start-up, servono sgravi fiscali per non soffocare le società. Ci sono ancora dilettanti come il Tavagnacco. Comunque non è una questione femminile, i rugbisti, per dire, non sono professionisti».

MONDIALI«Ai Mondiali i premi sono aumentati ma su un altro pianeta rispetto agli uomini? Erano 15 milioni e diventano 30, raddoppiare non è male. Se poi li metti vicino agli oltre 400 dei maschi capisci che la differenza è gigantesca e va ridotta. Succederà, gli sponsor si interessano, hanno capito che siamo aria fresca».

RAZZISMO «Come avrei reagito ai buu al posto di Kean? La miglior risposta è sempre l’indifferenza, ma lui è tanto giovane. Non è semplice. Se mi sono mai trovata in quella situazione? No. Si concentravano più a corrermi dietro. Esiste una meritocrazia tra i bambini e i genitori, allora non si permettevano commenti».

CALCIO MASCHILISTA – «Il calcio è maschilista? Lo è: era un feudo, è normale. Abbiamo le quota rosa e nessuno le ama, io neppure, ma per iniziare devi dare delle opportunità. Anche se non è solo l’innesto di donne che può rendere l’ambiente meno maschilista. Penso a un cambio di mentalità? Certo. Oggi alla Juve ci alleniamo fianco a fianco con gli under 23, loro si abituano, crescono con noi e ci danno per scontate».

SOGNO MONDIALE«L’Italia ai Mondiali può passare il girone? Si può fare, la squadra ha tanta qualità, è cresciuta a livello fisico. Il bello è che ora spesso riusciamo a imporre il nostro gioco. Non si va a fare le comparse».

FUTURO«Vorrei fare politica sportiva, la dirigente: manca leadership al femminile».

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